Era l'anno MCCCCIII in tutta quella felicità et allegrezza che poteva essere, quando Filippo fu tratto per il quartiere di Santo Giovanni, per maggio e giugno, de' Signori; essendo tratto per il quartiere di Santa Croce gonfaloniere di giustizia Lapo Niccolini. Trovandosi registrato nel priorato Filippo di Ser Brunellesco Lippi, da Lippo suo avolo, sendosi scordato il casato de' Lapi, et onoratamente esercitò quello ufizio e cosí per la città ebbe tutti gli altri magistrati, ne' quali con un giudizio gravissimo sempre si governò. Restava a Filippo vedendo già , cominciare a chiudere le due volte verso l'occhio dove aveva a cominciare la lanterna (se bene egli aveva fatto a Roma et in Fiorenza piú modelli di terra e di legno, dell'uno e dell'altro, che non s'erono veduti) a risolversi finalmente quale e' volesse mettere in opera. Per il che, deliberatosi a terminare il ballatoio, ne fece diversi disegni, che nella opera rimasono dopo la morte sua; i quali dalla trascurataggine di que' ministri sono oggi smarriti. Perché a' tempi nostri fu voluta finire e se ne fece un pezzo d'una dell'otto facce, e per disunire da quell'ordine, per consiglio di Michelagnolo Bonarruoti, fu dismesso e non seguitato. Fece di sua mano di legname un modello della lanterna, a otto facce, misurato alla proporzione della cupola, per ultimo suo disegno, che nel vero di invenzione e vario et ornato riuscí molto; vi fece la scala da salire a la palla, che era cosa divina, ma aveva turato Filippo, con un poco di legno commesso, di sotto dove s'entra, ché nessuno, se non egli, non sapeva la salita.
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