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      Il quale edifizio non poté egli innanzi la morte sua vedere finito, ma sí bene tiratone su parechi braccia. Fece bene lavorare e condurre quasi tutti i marmi che vi andavano, de' quali, nel vederli condotti, i popoli stupivano che e' fussi possibile che egli volessi che tanto peso andassi sopra quella volta. Et eraci opinione di molti ingegnosi che ella non fussi per reggere, e pareva loro una gran ventura che egli l'avessi condotta in fin quivi, e che egli era un tentare Dio a caricarla sí forte. Filippo sempre se ne rise, e preparate tutte le machine e tutti gli ordigni che avevano a servire a murarla, non perse mai tempo con la mente, di antivedere, preparare e provvedere et a tutte le minuterie, infino che non si scantonassino i marmi lavorati, nel tirarli su; tanto che e' si murò tutti gli archi de' tabernacoli coi castelli di legname,
      e del resto, come si disse, v'erano scritture e modelli. La quale opera quanto sia la sua bellezza, ella medesima ne fa fede, per essere d'altezza da 'l piano di terra a quello della lanterna, brac,cia 204 e tutto il tempio della lanterna braccia 36, la palla di rame braccia 4 1/2. E si può dir certo che gli antichi non andorono mai tanto alto con le lor fabbriche, né si messono a un risico tanto grande che eglino volessino combattere co 'l cielo; come par veramente che ella combatta: veggendosi ella estollere in tanta altezza, che i monti intorno a Fiorenza paiono simili a lei. E, nel vero, pare che il cielo ne abbia invidia, che di continuo le saette tutto il giorno la percuotono, parendoli che la fama sua abbia quasi vinto l'altezza dell'aria.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





Dio Fiorenza