Dolse infinitamente alla patria sua, che lo conobbe e lo stimò molto piú morto, non fece vivo; e fu sepellito con onoratissime esequie et onore in Santa Maria del Fiore, ancora che la sepoltura sua fusse in Santo Marco, sotto il pergamo verso la porta, dove è un'arme con due foglie di fico e certe onde verdi in cam,po d'oro per essere discesi i suoi de 'l Ferrarese, da Ficaruolo, castello in sul Po, che le foglie fanno il cognome del castello, e l'onde, del fiume. Piansero costui infiniti suoi amici artefici, e massime i piú poveri, quali di continuo beneficò. E cosí cristianamente vivendo, lasciò al mondo odore della bontà sua e delle egregie sue virtú. Parmi che si gli possa attribuire che da gli antichi Greci e da' Romani in qua, non ci sia stato il piú raro né il piú eccellente di lui; e tanto piú merita lode, quanto né tempi suoi era la maniera todesca in venerazione per tutta Italia, e dagli artefici vecchi esercitata, come in infiniti edifici si vede: San Petronio di Bologna, Santa Maria del Fiore, in Fiorenza la chiesa di Santa Croce et Orto S>. Michele e similmente il palazzo e la loggia de' Signori, la Certosa di Pavia, il Duomo di Siena e quello di Pisa, e molti altri edifici che non fa mestiero nominarli. Egli ritrovò le cornici antiche, e l'ordine toscano, corinzio, dorico et ionico alle primiere forme restituí. Ebbe un discepolo da 'l Borgo a Buggiano, detto il Buggiano, il quale fece l'acquaio della sagrestia di Santa Reparata con certi fanciulli che gettano acqua, e fece di marmo la testa del suo maestro ritratta di naturale, che fu posta dopo la sua morte in Santa Maria del Fiore alla porta a man destra, entrando in chiesa; dove ancora è il sottoscritto epitaffio, messovi dal publico per onorarlo dopo la morte, cosí come egli vivo aveva onorato la patria sua:
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