Il quale arrivato a casa et aperta la porta et in terreno entrato, vide il Crocifisso di Filippo, a un buon lume posto, di perfezzione e sí maravigliosamente finito, che di stupore e di terror ripieno, ne rimase vinto talmente, che la tenerezza dell'arte e la bontà di quella opera gli aperse le mani, con le quali strette teneva il grembiule pieno di quelli frutti et uova e formaggio, sí che il tutto si versò in terra e si fracassò. Sopragiuntolo Filippo et immobile trovandolo, considerò che sí come lo stupor dell'opera gli aveva aperto le mani, cosí dovesse il core e l'animo il medesimo aver fatto. Onde ridendo gli disse: "Che fai tu con mandare male e versar ciò che desinare dobbiamo?" Rispose Donato: "Io per me ho la mia parte avuto stamane, perché attendi tu a raccor la tua; imperoché conosco e veramente confesso ch'a te è conceduto fare i Cristi et a me i contadini".
Nel tempio di San Giovanni di Fiorenza fece la sepoltura di Papa Giovanni Coscia, stato disfatto dal Concilio Constanziense; la quale gli fu fatta fare da Cosimo de' Medici, amicissimo del detto Coscia. Et in questa fece Donato di sua mano il morto di bronzo dora,to e di marmo la Speranza e la Carità, e Michelozzo, creato suo, fece la Fede. Vedesi nel medesimo tempio e dirimpetto a questa opera, di mano di Donato, una Santa Maria Maddalena di legno in penitenzia, molto bella e molto ben fatta. Et in Mercato Vecchio, sopra una colonna di granito, una Dovizia di macigno forte, tutta isolata, dagli artefici lodata sommamente.
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