Per il che disse Donato che e' lo lasciassero mettere lassú, ché voleva mostrare, lavorandovi attorno, che un'altra figura e non piú quella ritornerebbe. E cosí fatto, la turò per XV giorni, e senza altrimenti toccarla, la scoperse riempiendo di maraviglia ognuno, e per cosa egregia fu lodata da tutti.
All'Arte de' Corazzai fece una figura di San Giorgio armato, vivissima e fierissima. Nella testa della quale si conosce la bellezza nella gioventú, l'animo et il valore nelle armi, una vivacità fieramente terribile et un maraviglioso gesto di muoversi dentro a quel sasso. E certo nelle figure moderne non s'è veduta ancora tanta vivacità, né tanto spirito in marmo, quanto la natura e l'arte operò con la mano di Donato in questo. E nel basamento che il tabernacolo di questo regge, lavorò di marmo in basso rilievo, quando egli amazzò il serpente, fra le quali cose è un cavallo molto stimato e molto lodato. Nel frontispizio fece di basso rilievo mezzo un Dio Padre, e dirimpetto alla chiesa di detto San Michele, in detto oratorio, lavorò di marmo e con l'ordine antico detto corinzio, fuori d'ogni maniera todesca, il tabernacolo per l'arte della Mercatanzia, per collocare in esso due statue, le quali non volse fare perché non fu d'accordo del prezzo. Queste figure, dopo la morte sua, fece di bronzo Andrea del Verrocchio. Lavorò di marmo, nella facciata dinanzi del campanile di Santa Maria del Fiore, quattro figure di braccia cinque, delle quali due, ritratte da 'l naturale, sono nel mezzo, l'una è Francesco Soderini giovane, e l'altra Giovanni di Barduccio Cherichini, oggi nominato il Zuccone.
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