Il quale troppo piú credendo allo amico che e' non doveva, tardi si accorse dello error suo. Lavorò nella tornata sua a Cosimo de' Medici in San Lorenzo la sagrestia di stucco, ciò è ne' peducci della volta quattro tondi coi campi di prospettiva, parte dipinti e parte di bassi rilievi di storie de gli Evangelisti. Et in detto luogo fece due porticelle di bronzo di basso rilievo bellissime, con gli Apostoli, co' martiri e co' confessori; e sopra quelle alcune nicchie piane, dentrovi nell'una un San Lorenzo et un Santo Stefano, e nell'altra San Cosimo e Damiano. Nella crociera della chiesa lavorò di stucco quattro santi di braccia cinque l'uno, i quali praticamente sono lavorati. Ordinò ancora i pergami di bronzo, dentrovi la Passion di Cristo; cosa che ha in sé disegno, forza, invenzione et abbondanza di figure e casamenti, i quali non potendo egli piú per vecchiezza lavorare, finí Bertoldo suo creato et a ultima perfezzione li ridusse. A Santa Maria del Fiore fece due colossi di mattoni e di stucco, i quali son fuora della chiesa, posti in su i canti delle cappelle per ornamento. Sopra la porta di Santa Croce si vede ancor oggi, finito di suo, un San Lodovico di bronzo di cinque braccia, del quale, essendo incolpato che fosse goffo e forse la manco buona cosa che avesse fatto mai, rispose che a bello studio tale l'aveva fatto, essendo egli stato un goffo a lasciare il reame per farsi frate. Insomma Donato fu tale e tanto mirabile in ogni azzione, che e' si può dire che in pra,tica,
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