In Santa Maria Novella fece il cereo pasquale dipinto di storie piccole et altri reliquieri con istorie di figure da tenere sull'altare. Et in Badia sopra una porta del chiostro, un San Benedetto che accenna silenzio. Fece ancora a' Linaiuoli una tavola, la quale è nell'Arte loro. Dipinse a Cortona uno archetto sopra la porta della chiesa del convento loro, similmente la tavola della chiesa. Ad Orvieto cominciò una volta con certi profeti, in duomo alla cappella della Madonna; la quale fu poi finita da Luca da Cortona. Fece medesimamente alla Compagnia del Tempio in Fiorenza una tavola d'un Cristo morto; e negli Agnoli di Fiorenza un Paradiso et un Inferno di figure piccole. Et in Santa Maria Nuova al tramezzo della chiesa si vede ancora una tavola sua.
Per questi tanti lavori si divulgò per la Italia molto altamente la fama di questo maestro, giudicato da tutti non manco santo che eccellente. Avendo egli in consuetudine di non ritoccare o racconciare alcuna sua dipintura, ma lasciarle sempre in quel modo che erano venute la prima volta, per credere (secondo che egli diceva) che cosí fusse la volontà di Dio. Dicono alcuni che fra Giovanni non arebbe preso i pennelli se prima non avesse fatto orazione. Non fece mai Crocifisso, che e' non si bagnasse le gote di lagrime. Onde certamente si conosce nelle attitudini delle figure sue, la bontà del grande animo suo nella religion cristiana. Perciò sentí la fama sua Papa Niccola V e mandato per lui, et a Roma condottolo, gli fece fare la cappella del palazzo, dove il papa ode la messa, con un Deposto di Croce e con istorie bellissime di San Lorenzo, dove ritrasse Papa Niccola di naturale.
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