Et egli, essendosi innamorato della pittura e del disegno, giorno e notte non restava di seguitare gli studi di quella. Prese sí la maniera di Pietro Borghese, che poco da quella si conosceva differente. Era persona che teneva sempre ferma la imaginazione a certe cose naturali; come si vede in San Gimignano in Arezzo nel tramezzo di essa chiesa una cappellina, dove in fresco dipinse un Crocifisso, la Nostra Donna, San Giovanni e la Maddalena, le quali fece piangenti appiè della Croce, con una maniera sí disposta et intenta al pianto, che oltra che elle paiono e vive e vere, elle gli acquistarono e credito e nome tra' suoi cittadini. Lavorò ancora in Monte Pulciano una predella di figure piccole posta nella pieve; et in Castiglione Aretino una tavola a tempera in S. Francesco, e molti altri lavori, i quali sono in corpi di cassoni di figure piccole per la città sua in varie case de' cittadini. Et in Firenze nella Parte Guelfa si veggono ancora de le barde di suo lavoro.
Era Lazaro persona piacevole e motteggera molto, et argutissima nel modo del parlar suo; et ancora che per diletto e comodo suo e' si desse molto a' piaceri, non si partí però mai da la vita onesta. Visse anni LXXIII, e lasciò Giorgio suo figliuolo, il quale attese continovamen,te alla antiquità de' vasi di terra aretini; egli nel tempo che era in Arezzo M Gentile urbinate, Vescovo aretino, ritrovò i modi del colore e rosso e nero de' vasi di terra che fino al tempo del Re Porsenna i vecchi Aretini lavorarono.
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