E sí come negli scritti suoi si conosce, fu molto litterato, bonissimo aritmetico e geometrico, e scrisse de la architettura dieci libri in lingua latina, pubblicati da lui nel MCCCCLXXXI, e tradotti oggi in lingua fiorentina dal reverendo M Cosimo Bartoli, proposto di San Giovanni di Fiorenza. Scrisse ancora de la pittura tre libri pure latini, oggi tradotti in lingua toscana da M Lodovico Domenichi. Fece un trattato di tirari e di ordini da misurare altezze; i libri della vita civile, et alcuni altri libri amorosi in prosa et in versi; e fu il primo che tentasse ridurre i versi vulgari a la misura de' latini, come si vede in quella sua epistola:
Questa per estrema miserabile epistola mandoA te, che spregi miseramente noi.
Ma nella pittura non fece egli opere grandi né molto belle; con ciò sia che quelle che si veggono di suo, che son pure pochissime, non hanno molta perfezzione; atteso che egli era molto piú dedito a gli studii delle lettere che a quegli degli esercizii manuali, per essere egli nato (come si è detto) di nobilissimo sangue. Fu sua opera quella che è in Fiorenza su la coscia del ponte a la Carraia in una piccola cappelletta di Nostra Donna, che è uno scabello di altare, dentrovi tre storiette con prospettive, assai meglio descritte da lui con la penna che dipinte co 'l pennello. Nella medesima città, in casa Palla Rucellai, è un ritratto di se medesimo fatto a la spera, et una tavola di figure assai grande di chiaro e scuro. Figurò ancora una Vinegia in prospettiva e San Marco, ma le figure che vi sono furono condotte da altri maestri, et è questa una de le miglior cose che si vegga di suo di pittura.
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