Bene è vero che Antonello non potette mettere in opera queste istorie, ancora che e' ne avesse fatto i cartoni, perché ammalandosi di un mal di punta, di età di anni XXXIX se ne passò a vita migliore. E sommamente fu onorato nelle esequie da gli artefici del mestiero, per il dono che aveva fatto loro de la nuova maniera del colorire, come testifica questo epitaffio:
D O M
ANTONIVS PICTOR PRAECIPVVM MESSANE SVAE ET SICILIAE TOTIVS ORNAMENTVM HAC HVMO CONTEGITVR NON SOLVM SVIS PICTVRIS IN QVIBVS SINGVLARE ARTIFICIVM ET VENVSTAS FVIT SED ET QVOD COLORIBVS OLEO MISCENDIS SPLENDOREM ET PERPETVITATEM PRIMVS ITALICAE PICTVRAE CONTVLIT SVMMOSEMPER ARTIFICVM STVDIO CELEBRATVS.
Rincrebbe questa morte di Antonello a molti suoi amici, e particularmente ad Andrea Riccio scultore, che in Venezia nella corte del palazzo della Signoria aveva lavorato di marmo le due statue che si veggono ignude di Adamo et Eva, che son tenute belle. Costui non mancò di portarli afezzione e di lodarlo dopo la morte, come non aveva mancato in vita di lodarlo e di celebrarlo quanto e' poteva. Tale fu la fine di Antonello, al quale debbono certamente gli artefici nostri tenere non meno obligazione dell'avere portato in Italia il modo del colorire a olio, che si abbia avere a Giovanni da Bruggia che ne fu inventore in Fiandra, avendo l'uno e l'altro beneficato et arricchito questa arte. Perché, mediante questa invenzione, sono venuti di poi sí eccellenti gli artefici, che , hanno potuto far quasi vive le loro figure, dar nome alle patrie et onorare et ornare qualunche luogo egli hanno voluto.
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