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      Pittor Fiorentino
     
      Se gli uomini attentamente considerassino di quanta importanza sia ne gli ingegni buoni venire eccellenti e rari in quelle professioni che elli esercitano, sarebbono certamente piú solleciti e molto piú frequenti et assidui nelle fatiche che si patiscono per imparare. Perciò che e' si vede pur chiaramente tutti coloro che attendono alla virtú, nascere (come gli altri) ignudi et abbietti, et impararla ancora con grandissimi sudori e fatiche; ma come e' sono conosciuti per virtuosi, acquistarsi in tempo brevissimo onorato nome e ricchezze quasi eccessive, le quali nientedimanco giudico io nulla in comparazione della fama e di quel respetto che hanno lor gli uomini, non per altro che per conoscergli virtuosi e per vedergli adornati e colmi di quelle somme scienzie od arti, che a' po,chi il ciel largo destina. E tanto è grande la forza della virtú, che ella trae i favori e le cortesie di mano a coloro che non le conobber mai et i virtuosi non hanno piú visti. Ma che piú? Se in uno che veramente sia virtuoso si ritruova pur qualche vizio, ancora che biasimevole e brutto, la virtú lo ricuopre tanto, che dove in un altro non virtuoso gravemente si disdirebbe e ne sarebbe colui punito, non apparisce quasi peccato nel virtuoso. E non solamente non ne è punito, ma compassionevolmente se li comporta, portando la stessa giustizia sempre mai una certa quasi reverenzia a qualunche ombra della virtú. La quale, oltra mille altri effetti maravigliosi, muta la avarizia de' principi in liberalità; rompe gli odi dell'animo; sotterra le invidie ne' gli uomini; et alza di qua giú fin in cielo coloro che per fama divengono di mortali immortali, come in queste parti mostrò fra' Filippo di Tommaso Lippi, carmelitano, il quale dicono che nacque in Fiorenza in una contrada detta Ardiglione, sotto il canto alla Cuculia, dietro al convento de' frati Carmelitani, e per la morte di Tommaso suo padre restò povero fanciullino d'anni due senza alcuna custodia, essendosi ancora morta la madre non molto lontano al suo partorillo.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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