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      Et è sí fatta questa pittura, che se ella non fusse stata graffiata e guasta dalla ignoranza di chi ha voluto vendicarsi contra i Giudei, ella sarebbe certo bellissima tra tutte le cose di Andrea. Al quale, se la natura avesse dato gentilezza nel colorire, come ella gli dette invenzione e disegno e sapere esprimere gli affetti, e' sarebbe veramente stato tenuto e perfetto e maraviglioso.
      Dipinse in Santa Maria del Fiore l'imagine di Niccolò da Tolentino a cavallo; dove lavorando, avvenne che un fanciullo dimenò la scala, perché egli in colera salito, gli corse dietro fino al canto de' Pazzi. Fece ancora in Santa Maria Nova nel cimiterio infra l'ossa un Santo Andrea, che fu cagione che et il refettorio dove i servigiali mangiano e gli altri dello spedale, la Cena di Cristo con gli Apostoli vi dipignesse. Per il che acquistato grazia con la casa de' Portinari, fu messo alla cappella dello altar maggiore di San Gilio in detta chiesa, nella quale lavorò una parete, e dell'altre, una ne fu data ad Alesso Baldovinetti e l'altra al molto allora celebrato pittore Domenico da Vinegia. Perché i Portinari l'avevano fatto venire da Vinegia, percioché di quel luogo il colorire a olio portato aveva, onde di tal cosa grandissima invidia gli ebbe Andrea, e benché si conoscesse essere piú eccellente di lui, per questo non restò che non lo invidiasse; perché vedendolo Andrea come foristiero da' suoi cittadini , con molte carezze tratenuto, fu cagione che invelenito pensò di torselo dinanzi col perseguitarlo con fraude.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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