Seguí appresso il nascere di Mosè, con que' tanti segni e prodigii sino a che e' trasse il popolo fuori de lo Egitto e lo cibò tanti anni dentro al deserto. Aggiunse a questo tutte le storie ebree sino a Davit et a Salomone suo figliuolo, sino che a lui viene la Regina Saba. E dimostrò veramente Benozzo in questo lavoro uno animo piú che invitto, perché dove sí grande impresa arebbe giustamente fatto paura ad una legione di pittori, egli solo la
fece tutta e la condusse a perfezzione. Di maniera che avendone acquistato fama grandissima, meritò che nel mezzo di quel lavoro gli fusse posto questo epigramma:
QVID SPECTAS VOLVCRES, PISCES ET MONSTRA FERARVMET VIRIDES SILVAS AETHEREASQVE DOMOS?
ET PVEROS, IVVENES, MATRES, CANOSQVE PARENTESQVEIS SEMPER VIVVM SPIRAT IN ORE DECVS?
NON HAEC TAM VARIIS FINXIT SIMVLACRA FIGVRISNATVRA, INGENIO FOETIBVS APTA SVO:
EST OPVS ARTIFICIS; PINXIT VIVA ORA BENOXVS.
O SVPERI, VIVOS FVNDITE IN ORA SONOS. ,
Nella medesima città di Pisa, nelle monache di San Benedetto a Ripa d'Arno, finí tutta la storia della vita monastica di quel santo, che non è piccola. Et inoltre molte opere a tempera in fresco et in tavola si veggono per tutta quella terra, facilissimamente lavorate da lui, come nella Compagnia de' Fiorentini dirimpetto a San Girolamo, et infiniti altri luoghi che troppo sarebbe lungo il contargli. Dipinse a San Gimignano, et a Volterra tanto, che logoro finalmente dalla fatica in età di LXXVIII anni, se ne andò a 'l vero riposo nella stessa città di Pisa, in una casetta che in sí lunga dimora vi si aveva comperata nella carraia di San Francesco.
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