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      Con ciò sia che venuto già di LVIII anni passò a l'altra vita. Furono da lui finite l'opre sue l'anno MCCCCLXXXII. E gli fu fatto questo epitaffio:
      SENENSIS LAVRENS, VIVOS DE MARMORE VVLTVSDVXIT, ET EXCVSSIT MOLLIVS AERA MANV. ,
     
     
      GALASSO FERRARESE
     
      Pittore
     
      Quando in una città dove non sono eccellenti artefici vengono forestieri a fare opere, sempre si desta l'ingegno a qualcuno, che si sforza di poi, con l'apprendere quella medesima arte, far sí che nella sua città non abbino piú a venire gli strani per abbellirla da quivi inanzi e portarne le facultà; le quali si ingegna di meritare egli con la virtú, e di acquistarsi quelle ricchezze che troppo gli parsono belle ne' forestieri. Il che chiaramente fu manifesto in Galasso Ferrarese, il quale, veggendo Pietro da 'l Borgo a San Sepolcro rimunerato da quel duca dell'opre e delle cose che lavorò, et oltra ciò onoratamente tratenuto in Ferrara, fu per tale esempio incitato, dopo la partita di quello, di darsi alla pittura talmente, che in Ferrara acquistò fama di buono et eccellente maestro. La qual cosa lo fece tanto piú grato in quel luogo, quanto nello andare a Vinegia imparò il colorire a olio e lo portò a Ferrara, perché fece poi infinite figure in tal maniera, che sono per Ferrara sparte in molte chiese. Appresso, venutosene a Bologna, condottovi da alcuni frati di San Domenico, fece ad olio una cappella in San Domenico; e cosí il grido di lui crebbe insieme col credito. Per che appresso questo lavorò a Santa Maria del Monte fuor di Bologna, luogo de' monaci neri, e fuor della porta di San Mammolo, molte pitture in fresco; e cosí alla Casa di Mezzo per questa medesima strada fu la chiesa tutta dipinta di man sua et a , fresco lavorata, ne quale egli fece le storie del Testamento vecchio.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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