E cosí successe miglior fortuna nell'arte a Giovanni, il quale dotato dalla natura d'ingegno e di memoria migliore, divenne e piú pratico e di maggiore intelligenzia e di piú giudizio che non fu Gentile, avendo acquistato Giovanni credito e nome grandissimo da aver ritratto di naturale molte persone, e fra gli altri un doge di quella città, che dicono essere stato da ca' Loredano. Il ritratto del quale fu per la amicizia presa con esso cagione che e' facesse per suo mezzo, nella chiesa di San Giovanni e Pavolo, la cappella di San Tommaso d'Aquino; per la quale opera, reputata certo bellissima, fu egli tenuto in quel grado che maggior si poteva in quella professione. E non andò molto che e' fu ricerco da far una tavola in Canaregio nella chiesa di San Giobbo, dove egli fece dentro una Nostra Donna con molti santi, che sempre gli ha mantenuto quello istesso nome di celebrato che egli si acquistò in quella città. Spartosi dunque il nome suo per quel paese, erano con prieghi intercesse l'opere da lui e con mezzi grandi, come fu la tavola che è oggi in Pesaro di sua mano in San Fran,cesco, che fu tenuta per un tempo cosa molto eccellente, per vedersi dentro a quella una pulitezza et una diligenzia straordinaria. Fece nella chiesa di San Zacaria dove stanno le monache, alla cappella di San Girolamo, una tavola che vi è dentro variati santi intorno alla Nostra Donna, dove è usato ingegno e giudizio in un casamento che v'è dentro, e cosí nelle figure; la quale fu lodata grandemente da gli artefici e gentiluomini di quella città. Egli ancora nella sagrestia de' frati minori, detta la Ca' Grande, ne fece un'altra, che di assai bella maniera e con bonissimo disegno fu condotta.
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