Ma Gentile che era modesto altra cosa non chiese, salvo che una lettera di favore, che al Serenissimo Senato della città sua lo raccomandasse. Perciò Maometto gli fece fare una lettera di favore molto calda; e sopra quella gli diede molti onorati doni, et appresso lo fece cavaliere con molti previlegi e li pose al collo una catena lavorata alla turchesca, di peso di scudi 250 d'oro, la quale ancora si trova appresso a gli eredi suoi in Venezia, e di piú gli concesse immunità per tutti luoghi del suo imperio. Partissi Gentile di Gostantinopoli con grandissima allegrezza et ebbe felicissimo ritorno per il mare; et arivato in Vinegia, fu da Giovanni suo fratello e da quasi tutta quella città molto volentieri veduto, e visitato da chiunque seco si rallegrava del grande onore che gli aveva fatto Maometto. Fecesi vedere alla Signoria, la quale aveva già obligo per gli onori che Giovanni faceva con le opere a quel Senato, e molto piú a Gentile, che aveva recato tanti onori di Levante alla sua patria. E presentata la lettera fu consolato di quel che chiese, che fu una provisione di scudi 200 l'anno, la quale gli durò quanto la vita sua. Fece Gentile doppo il suo ritorno molte opere, ma particularmente una storia nella Scuola di San Marco, di esso Evangelista; et in quella fece lo edificio di Santa Sofia di Gostantinopoli, oggi moschea de' Turchi; è tirato in prospettiva, cosa veramente difficile e bella per molte parti che si veggono che egli ha fatto scoprire in quello edificio. Oltra che egli ritrasse di naturale tutte le femmine che sono in quella storia, con gli abiti alla turchesca, quali egli aveva recati di Gostantinopoli, e molte aconciature di capo che son tenute molto belle.
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