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      E di quanta importanza sia alle persone eccellenti questa parte congiunta con essa, ogni dí se ne vede lo esemplo in molti, i quali mentre che studiano fanno infiniti miracoli, e mancando quello studio per non essere accompagnato con la natura, se stanno pure tre giorni che non s'affatichino, ogni cosa si parte de l'animo loro. E pigliano questi tali sempre una maniera cruda e senza dolcezza alcuna, di che è cagione l'asprezza delle fatiche che e' durano malgrado della natura. E ben si vede che chi sforza quella, fa effetti contrarii alla voglia sua; e cosí per lo opposito, seguitandola con piacere, conduce cose maravigliose. Laonde non debbe certo parere strano se Andrea del Verrocchio che, aiutato piú dallo studio che dalla natura, pervenne tra gli scultori a 'l sommo de' gradi et intese l'arte perfettamente, fu tenuto duro e crudetto nella maniera de' suoi lavori, e sempre tali sono apparite le cose sue, ancora che sieno mirabili nel cospetto di chi le conosce. Costui per patria fu fiorentino, ne' suoi tempi scultore, intagliatore, pittore e musico perfettissimo, e dalla natura d'ogni cosa sommamente dotato, et at,tese alle scienze, perché molto della geometria si dilettò nella sua giovanezza; et in quella, perché attendeva allo orefice, lavorò di argento due storie nelle teste dello altar di San Giovanni, delle quali, quando elle furono messe in opera, acquistò lode e nome grandissimo. Mancavano in questo tempo in Roma alcuni di quelli Apostoli grandi, che ordinariamente solevano stare in su l'altare in cappella del papa con alcune altre argenterie che erano state disfatte; per il che fu mandato per Andrea con gran favore da Sisto IIII e condotto a Roma et allogatoli quel tanto che il papa desiderava et egli tutto condusse a perfezzione, con arte, diligenzia et ingegno maraviglioso.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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