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      Sono ancora in detta città molte altre cose lavorate da lui. Dipinse ancora a' frati di Valle Ombrosa una tavola a San Salvi, fuor della porta alla Croce, nella quale è quando San Giovanni battezza Cristo; e Lionardo da Vinci suo discepolo, che allora era giovanetto, vi colorí uno angelo di sua mano, il quale era molto meglio che le altre cose.
     
      Aveva già Cosimo de' Medici condotto da Roma alcune anticaglie, fra le quali aveva messo nel suo giardino, alla porta che riesce nella via de' Ginori, un Marsia di marmo bianco, impiccato ad un tronco per dovere essere scorticato, cosa tenuta molto maravigliosa. A Lorenzo similmente, dopo la morte di Cosimo, era pervenuto un torso con la testa d'un altro Marsia, antichissimo e bello molto piú da quello. E perché chi l'aveva fatto considerò che quando Marsia rimase scorticato si vedevano i muscoli rossi et alcuni nerbicini per la figura, tolse una pietra che è marmo rosso, et in quel sasso che aveva alcune vene bianche sottili intagliò questo Marsia, che doveva parere, quando egli aveva il pulimento, cosa vivissima; se ora, a chi lo considera, fa ve,nir considerazione dello aver quello artefice con sí propria e bella arte ridotto tale opera a fine. Per il che volendo Lorenzo de' Medici accompagnarlo a quell'altro, di maniera che e' mettessino in mezzo quella porta, mancandogli le braccia, le coscie e le gambe, mandò per Andrea; donde egli con quello ingegno che egli aveva, glielo rindirizzò in piede, et aggiunsegli i pezzi di marmo rosso con tanta diligenzia, che Lorenzo ne rimase satisfattissimo.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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