Et è tanta la forza della natura, che lo inclinato ad una professione molto piú frutto vi fa in un mese, che con qualunche studio o fatica non farà un altro in molti anni. Et adviene bene spesso che continuando poi questi tali, per lo instinto che ve gli tira, fanno ammirare e stupire insieme l'arte e la natura; come a ragion le fece stupire Domenico di Tommaso Ghirlandaio, il quale fu posto all'arte dello orefice, e non piacendoli quella, non restò di continuo di disegnare. Perché essendo egli dotato dalla natura d'uno spirito perfetto e d'un gusto mirabile e giudicioso nella pittura, quantunque orafo nella sua fanciullezza fosse, sempre al disegno attendendo, venne sí pronto e presto e facile, che molti dicono che mentre che all'orefice dimorava, ritraendo i contadini et ogni altra persona che da bottega passava, li faceva subito somigliare. Come ne fanno fede ancora nell'opre sue infiniti ritratti, che sono di similitudini vivissime. Furono le sue prime pitture in Ogni Santi la cappella de' Vespucci, dov'è un Cristo morto et alcuni santi, e sopra uno arco una Misericordia, e nel refettorio di detto luogo un Cenacolo a fresco. Dipinse e in Santa Croce all'entrata della chiesa a man destra, la storia di San Paolino. Et acquistando fama grandissima, in credito venuto, a Francesco Sassetti lavorò in Santa Trinita una cappella con istorie di San Francesco, la quale opra è mirabilmente condotta, e da lui con grazia, con , pulitezza e con amor lavorata. In questa contrafece egli e ritrasse il ponte a Santa Trinita, col palazzo de gli Spini, fingendo nella prima faccia la storia di San Francesco quando apparisce in aria e resuscita quel fanciullo.
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