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      Dove, trattandoli i monaci male de 'l vivere, inanzi la venuta di Domenico si richiamarono all'abate, pregandolo che meglio servire li facesse, non essendo onesto che come manovali fossero trattati. Promise loro l'abate di farlo e scusossi che questo piú avveniva per ignoranza che per malizia. Venne Domenico e tuttavia si continuò nel medesimo modo. Per il che David trovando un'altra volta lo abbate, si scusò dicendo che non faceva questo per conto suo, ma per li meriti e per la virtú del suo fratello. Ma lo abate, come ignorante ch'egli era, altra risposta non fece. La sera, postisi a cena, venne il forestario de' monaci con una asse piena di scodelle e tortacce da manigoldi, pur nel solito modo che l'altre volte si faceva. David salito in colera rivoltò le minestre addosso al frate, e preso il pane che era su la tavola avventandolo al frate, lo percosse di modo che mal vivo a la cella ne fu portato. Lo abate che già era a letto, levatosi e corso al rumore, credette che 'l monistero rovinasse; e trovando il frate mal concio cominciò a contendere con David. Per il che infuriato, David gli rispose che si gli togliesse dinanzi che valeva piú la virtú di Domenico che quanti abati porci suoi pari furon mai in quel monistero. Laonde lo abate riconosciutosi, da quell'ora inanzi s'ingegnò di trattargli da valenti uomini come elli erano. Finita l'opera tornò a Fiorenza, et al Signor di Carpi dipinse una tavola, un'altra ne mandò a Rimino a 'l Signor Carlo Malatesta, che la fece porre nella sua cappella in San Domenico.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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