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      Dipinsero ancora in San , Michele in Orto, in uno pilastro in tela ad olio, uno Angelo Raffaello con Tobia; e fecero nella Mercatanzia di Fiorenza alcune Virtú, in quello stesso luogo dove siede, pro tribunali, il magistrato di quella. Nel Proconsolo fece il Poggio di naturale et un'altra figura, e nella cappella de' Pucci a San Sebastiano da' Servi, fece la tavola dello altare che è cosa eccellente e rara, dove sono cavalli mirabili, ignudi e figure bellissime in iscorto, et il San Sebastiano stesso ritratto dal vivo, ciò è da Gino di Lodovico Capponi, e fu questa opera la piú lodata che Antonio facesse già mai. Con ciò sia che per andare egli imitando la natura il piú che e' poteva, pose in uno di que' saettatori, che appoggiatasi la balestra al petto si china a terra per caricarla, tutta quella forza che può porre uno forte di braccia in caricare quello instrumento; imperò che e' si conosce in lui il gonfiare delle vene e de' muscoli et il ritenere del fiato, per fare piú forza. E non è questo solo ad essere condotto con advertenzia, ché tutti gli altri ancora, con le diverse attitudini, assai chiaramente dimostrano lo ingegno e la considerazione che egli aveva posto in questa opera, la quale fu certamente conosciuta da Antonio Pucci, che gli donò per questo CCC scudi, affermando che non gli pagava appena i colori. Crebbeli dunche da questo l'animo, et a San Miniato fra le torri fuor della porta dipinse un San Cristofano di X braccia, cosa molto bella e modernamente lavorata.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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