Ma coloro che mossi dal genio loro imparano una scienza, et in quella si conducono perfetti, e condotti e guadagnato il nome, inanimiti per la gloria, salgono poi da una imperfetta a una perfetta, da una mortale a una eterna; questo certamente è gran lume, in tal vita conoscere, della fama che i mortali si lasciano la piú immortale; e quelle operando far di sé vita eterna nelle cose del mondo; come certamente conobbe e fece il non meno prudente che virtuoso Benedetto da Maiano scultor fiorentino. Il quale nella sua fanciullezza messo allo intagliator di legnami, quegli intagliò tanto egregiamente, che meritò lode del piú bello ingegno che in quel tempo tenesse di quello essercizio ferri in mano. Avvenne che per li modi di Paolo Uccello e di Filippo Brunelleschi, s'era dato in Fiorenza fortemente opera alle cose di legno commesse in prospettiva, con quei legnami tinti di bianchi e neri, e di quei di legno di silio bianchi commessi nel noce e ripieni di segatura di noce e di colla profilati, de i quali Benedetto da Maiano fu il piú eccellente maestro che di tal professione si vedesse nel suo tempo: come ne fanno fede per le case di molti cittadini in Fioren,za opere di suo, e particularmente tutti gli armarii della sagrestia di Santa Maria del Fiore. Perché venuto per la novità di tale arte in grandissimo nome, fece diversi lavori di legnami di cassoni et altre opere mandate a' principi Italiani e forestieri ancora. Viveva allora Mattia Corvino Re d'Ungheria, il quale avendo nella sua corte Fiorentini che lavoravano opere, essi infinitamente gli lodarono le cose di Benedetto e l'ingegno di lui.
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