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      E certo che in tutta questa opera pose il Mantegna gran diligenzia e fatica non punto piccola, non guardando né a tempo né a industria nel lavorare; e di continuo mostrò avere a quel principe affezzion grandissima, da che e' faceva cortesie sí rare alla sua vir,tú, innamorato in tutto di quella. Finita questa opera, fece a San Zeno in Verona la tavola dello altar maggiore, de la quale dicono che e' lavorò per mostra una figura bellissima, avendo gran volontà di condurre tal lavoro. Le cose che fece in Mantova, e massimamente quella sala, furon cagione che egli fu tanto nominato per Italia, ch'altro non si udiva che 'l grido del Mantegna nella pittura.
      Avvenne che, essendo la virtú sua accompagnata da costumi e da modi buoni, udí le sue maraviglie Papa Innocenzio VIII, il quale avendo fabricato a Roma la muraglia di Belvedere, con paesi e pitture bellissime desideroso di adornarle, mandò a Mantova per il Mantegna; et egli subito se ne venne a Roma con gran favore del marchese, che per maggior esaltazione e grandezza lo fece allora cavaliere a spron d'oro. Il papa, fattoli gran favori in questa arrivata e vedutolo lietamente, gli fece fare una cappella picciola in detto luogo; la quale con diligenza e con amore lavorò minutissimamente di tal maniera, che e la volta e le mura paiono quasi piú tosto cosa miniata che dipintura, e le maggiori figure che vi sieno, sono sopra l'altare, le quali egli fece in fresco come le altre, il Battesimo ciò è di Cristo per San Giovanni Batista, che lo accompagnò con angeli e con altre figure; et in questa fece ancora i popoli, che spogliandosi fanno segno di volersi battezzare.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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