E molto è lodata la invenzione dell'altra istoria, nel suo essere crocifisso. Perché per quanto e' se ne conosce, egli imagina che giú in terra e' fusse disteso in su l'arbero della croce, e poi cosí tutto insieme, alzato e tirato in aria per via di fune e di puntegli. Sonvi grottesche infinite e cose lavorate di chiaro scuro molto simili al marmo, e fatte stranamente con invenzione e disegno garbatissimo. Fece a' frati Scopetini a San Donato fuor di Fiorenza, detto Scopetto, al presente ruinato, una tavola de i Magi che offeriscono a Cristo, cosa molto lodata, e fra le cose sue finita con molta diligenza. Quivi sono Mori, Indiani, abiti stranamente acconci et una capanna bizzarrissima. Fece in palazzo della Signoria la tavola del,la sala, dove stavano gli Otto di pratica; et il disegno di quella grande, con ornamento nella sala del Consiglio, la quale per la interposizione della morte, non cominciò se bene l'ornamento fu intagliato. Fece ne' frati di Badia un S. Girolamo in chiesa, e per tutte le case di quei cittadini sono delle sue opere. Cominciò a' frati de' Servi la tavola dello altar maggiore, che è un Deposto di croce; e finí le figure dal mezzo in su, che depongono Cristo, ma sopragiugnendoli un crudelissimo male di febbre, non fu rimedio che la morte acerbissima nell'età di XLV anni, con una fiera strettezza di gola, da' vulgari detta spramanzia, alla patria sua non lo togliesse. Onde essendo egli stato sempre domestico, affabile, liberale e gentile, fu pianto da tutti quegli che lo avevano conosciuto, e molto piú da' cittadini che si servivano di lui nelle mascherate; i quali solevano dire di non aver mai visto cosa che piú aggradasse loro che le invenzioni di Filippo.
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