In Siena lavorò in San Francesco al Cardinale Piccoluomini nipote di Papa Pio III, una tavola da altare, dentrovi un Parto di Nostra Donna; et in Roma alcune stanze per il sopra detto pontefice; e mandato a Siena, prese a dipignere la libreria edificata da Papa Pio II nel duomo di quella città. Era in quel tempo, ancor giovanetto, Raffaello da Urbino pittore, che in compagnia erano stati con Pietro; onde egli lo condusse in Siena, dove di tutti gli schizzi delle storie della libreria, fece i cartoni Raffaello, che benissimo aveva appresa la maniera di Piero; e di questi se ne vede oggi , ancora uno in Siena. In questo lavoro tenne Pinturicchio in opera molti lavoranti, tutti della scuola di Pietro. E fu la fama sua tenuta dalla plebe in gran venerazione, di maniera che chiamato a Roma da Papa Alessandro VI, gli dipinse in palazzo tutte le stanze dove detto papa abitò, e tutta la Torre Borgia; nella quale fece storie delle arti liberali in una stanza, e di stucchi di gessi mise d'oro le volte di rilievo, e con infinita spesa le condusse a l'ultima perfezzione. Ritrasse sopra la porta d'una camera la signora Giulia Farnese per il volto d'una Nostra Donna, e nel medesimo quadro la testa di Papa Alessandro; usò molto fare alle figure dipinte ornamenti di rilievo messi d'oro, per contentare le persone che poco di quella arte intendevano, acciò avesse maggior lustro e veduta, cosa goffissima nella pittura. Perché avendo fatto in dette stanze una storia di Santa Caterina, figurò gli archi di Roma di rilievo, e le figure dipinte; di modo che essendo innanzi le figure e dietro i casamenti, vengono piú inanzi le cose che diminuiscono, che quelle che secondo l'occhio crescono, eresia grandissima nella nostra arte.
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