In Castello Santo Angelo fece infinite stanze a grottesche, ma nel torrione da basso nel giardino, di storie di Papa Alessandro. Mandò a Napoli a Monte Oliveto a Paolo Tolosa una tavola d'una Assunta. Fece infinite opere per tutta Italia, che per non essere molto eccellenti, ma di pratica, le porrò in silenzio. Visse onoratamente, e perché era morso di non faticarsi nell'arte, diceva che il maggior rilievo che desse un pittore alle figure, era lo avere da sé, senza saperne grado né a principi né a gli altri. Lavorò ancora a Perugia; et in Araceli dipinse la cappella di San Bernardino; a Santa Maria del Popolo fece due cappelle e la volta della cappella maggiore.
Avvenne che, essendo egli , già condotto a la età d'anni LIX, gli fu allogata una opera in San Francesco di Siena, dove gli assegnarono i frati una camera per suo abitare, e gliela diedero come e' volle, espedita e vacua de 'l tutto, salvo che d'un cassonaccio grande et antico che rincresceva loro a levarlo. Ma Pinturicchio, come strano e fantastico, ne fece tanto romore e tante volte, che i frati finalmente per disperati si misero a levarlo via; e fu tanta la loro ventura, che nel cavarlo fuori si ruppe una asse, nella quale erano cinquecento ducati d'oro di camera. De la qual cosa prese Pinturicchio tanto dispiacere, e tanto ebbe a male il bene di que' frati, che mentre fece quella opera s'accorò di dolore, tuttavia non pensando in altro, e di quel si morí.
Furono le pitture sue circa l'anno MDXIII. Fu suo compagno et amico Benedetto Buonfiglio pittore Perugino, il quale molte cose lavorò a Roma in palazzo del papa per que' maestri, et a Perugia sua patria fece la cappella della Signoria.
| |
Castello Santo Angelo Papa Alessandro Napoli Monte Oliveto Paolo Tolosa Assunta Italia Perugia Araceli San Bernardino Santa Maria Popolo San Francesco Siena Pinturicchio Pinturicchio Benedetto Buonfiglio Perugino Roma Perugia Signoria
|