Lavorò di smalti ancora molte cose di argenti, guaste per le rovine de' Bentivogli e trafuggate nella partita loro. Legò molte gioie perfettamente, e d'ogni cosa che difficilmente , si potesse lavorare in quel mestiero, lavorò egli meglio che qualsivoglia eccellente orefice. Ma quello che gli dilettò sopra modo, fu il fare i conii per le medaglie, i quali da nessuno meglio che dal Francia furono fatti ne' tempi suoi, come apparisce ancora in alcune medaglie fatte da lui naturalissime della testa di Papa Iulio II che stettono a paragone di quelle di Caradosso. Oltra che fece le medaglie del S Giovanni Bentivogli che par vivo e d'infiniti principi, i quali nel passaggio di Bologna si fermavano, et egli faceva le medaglie ritratte in cera, e poi finite le madri de' conii, le mandava loro; di che, oltra la immortalità della fama, trasse ancora presenti grandissimi. Tenne continuamente mentre che e' visse la Zecca di Bologna; e fece le stampe di tutti i conii per quella, nel tempo che i Bentivogli reggevano; e poi che se n'andorono, ancora mentre che visse Papa Iulio, come ne rendono chiarezza le monete che il papa gittò nella entrata sua, dove era da una banda la sua testa naturale, e da l'altra queste lettere: Bononia per Iulium a tyranno liberata. E fu talmente tenuto eccellente in questo mestiero, che durò a far le stampe delle monete fino a 'l tempo di Papa Leone; e tanto sono in pregio le 'npronte de' conii suoi, che chi ne ha le stima assai, né per danari se ne possono avere.
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