Sono stati in questa provincia et in Lombardia di molti pittori e scultori, de' quali per non avere io visto molte gran cose, non ne farò le vite, ma per mostrare che io non me ne sono scordato, soccintamente ne tratterò. Non perché io non sappi appunto come de gli altri il principio, il mezzo et il fine loro, ma perché il trattare di chi non è morto o non ha fatto benifizio et onore alle arti, non mi pare che meriti il pregio. Dico adunque che in Lombardia sono stati eccellenti Bartolomeo Clemento da Reggio et Agostino Busto scultori; e nello intaglio Iacopo d'Avanzo milanese e Gasparo e Girolamo Misuroni. E che in Brescia esercitò l'arte un Vincenzio Verchio, pratico e valente nel lavorare in fresco, il quale per le belle opere sue acquistò grandissimo nome in Brescia sua patria. Cosí come fece Girolamo Romanino bonissimo pratico e buon disegnatore, come apertamente si vede nelle opere fatte da lui, et in Brescia et intorno a molte miglia. Né da meno di questi resta, anzi piú tosto gli passa, Alessandro Moretto, dilicatissimo ne' colori et amicissimo della diligenzia, come apertamente fan fede le pulite e ben lodate opere da lui. In Verona ancora fiorí la pittura per lungo tempo, per quanto già feci menzione di Stefano nella vita di Agnolo Gaddi, e come ancora possono fare chiara fede nel tempo de' Signori del,la Scala, le bellissime pitture fatte da Aldigieri da Zevio pittor molto pratico et espedito; di mano del quale si vede ancora la sala del Palazzo del Podestà, condotta con una fierezza grandissima.
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