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      Laonde egli, operando mezzi che pure n'aveva assai, infine della liberazione gran parte ne riebbe, ma fu per dolore vicino a morirsi.
      Era Pietro persona di assai poca religione, e non si gli puotè già mai far credere l'immortalità dell'anima, anzi con parole accomodate al suo cervello di porfido, ostinatissimamente recusava ogni buona via. Aveva ogni sua speranza ne' beni della fortuna, e per danari arebbe fatto ogni mal contratto. Guadagnò infinite ricchezze, et in Fiorenza murò e comprò case, et in Perugia et a Castello , della Pieve similmente acquistò molti beni stabili. Tolse per moglie una donna bellissima, et ebbene figliuoli, e dillettossi molto ch'ella portasse leggiadre acconciature in casa e fuori. E venuto in vecchiezza, d'anni LXXVIII di un mal di febbre continua finí la vita sua nel Castello della Pieve, e da' suoi parenti e figliuoli con pompa e pianti infiniti onoratamente fu sepolto l'anno MDXXIIII. Né di poi è mancato chi gli abbia fatto questo epitaffio:
     
      GRATIA SI QVA FVIT PICTVRAE, SI QVA VENVSTAS,
      SI VIVAX, ARDENS CONSPICVVSQVE COLOR,
      OMNIA SVB PETRI (FVIT HIC PERVSINVS APPELLES)
      DIVINA REFERVNT EMICVISSE MANV.
      PERPVLCHRE HIC PINXIT, MIRAQVE EBVR ARTE POLIVIT,
      ORBIS QVAE TOTVS VIDIT ET OBSTVPVIT.
     
      Fece molti maestri di quella maniera, ma uno fra tutti eccedè, che datosi a piú onorati studi di gran lunga vinse il maestro, e fu questo il miracoloso Raffaello Sanzio da Urbino, il quale molti anni lavorò con Pietro in compagnia di Giovanni de' Santi suo padre; il Pinturicchio pittor perugino, che sempre tenne la maniera di Pietro; Rocco Zoppo fiorentino, il Monte Varchi pittore, Baccio Ubertini et il suo fratello fiorentini, Gerino Pistolese pittore e Niccolò Soggi fiorentino, il quale in Roma lavorò il quadro di Santa Prassedia et a Prato fece la tavola della Madonna delle Carceri, e si mise ad abitare in Arezzo, dove fece una storia nella Madonna delle Lagrime vicino a una volta della minor tribuna, e nel medesimo luogo lavorò una tavola della Natività et altre opere infinite in quella città et altrove.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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