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      La virtú del quale si estese tanto ne gli edifici da lui fabricati, che le modanature delle cornici, i fusi delle colonne, la grazia de' capitegli, , le base, le mensole et i cantoni, le volte, le scale, i risalti et ogni ordine d'architettura tirato per consiglio o modello di questo artefice, riuscí sempre maraviglioso a chiunque lo vide. Laonde quello obligo eterno che hanno gli ingegni che studiano sopra i sudori antichi, mi pare che ancora lo debbano avere alle fatiche di Bramante. Perché se pure i Greci furono inventori della architettura et i Romani imitatori, Bramante non solo imitandogli con invenzion nuova ci insegnò, ma ancora bellezza e difficultà accrebbe grandissima all'arte, la quale per lui imbellita oggi veggiamo.
      Costui nacque in Castello Durante nello Stato di Urbino, d'una povera persona, ma di buone qualità. E nella sua fanciullezza oltra il leggere e lo scrivere, si esercitò grandemente nello abbaco. Ma il padre che aveva bisogno che e' guadagnasse, vedendo che egli si dilettava molto de 'l disegno, lo indirizzò ancora fanciulletto a l'arte della pittura, nella quale studiò egli molto le cose di fra' Bartolomeo, altrimenti fra' Carnovale da Urbino, che fece la tavola di Santa Maria della Bella in Urbino. Ma perché egli sempre si dilettò de la architettura e de la prospettiva, si partí da Castel Durante e, condottosi in Lombardia, andava ora in questa ora in quella città, lavorando il meglio che e' poteva. Non però cose di grande spesa o di molto onore, non avendo ancora né nome né credito.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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