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      Avvenne che un giorno si levarono le parti contrarie a fra' Girolamo per pigliarlo e metterlo nelle forze della giustizia, per le sedizioni che aveva fatte in quella città. Il che vedendo, gli amici del frate si ragunarono essi ancora, in numero piú di cinquecento, e si rinchiusero dentro in San Marco; e Baccio insieme con esso loro, per la grandissima affezzione che egli aveva a quella parte. Vero è che essendo pure di poco animo, anzi troppo timido e vile, sentendo poco appresso dare la battaglia al convento e ferire et uccidere alcuni, cominciò a dubitare fortemente di se medesimo. Per il che fece voto, se e' campava da quella furia, di vestirsi subito l'abito di quella religione, et interamente poi lo osservò. Con ciò sia che finito il rumore e preso e condannato il frate alla morte, egli in quello stesso convento si fece frate, con grandissimo dispiacere di tutti gli amici suoi, che infinitamente si dolsero di averlo perduto, e massime per sentire che egli aveva postosi in animo di non attendere piú alla pittura. Laonde Mariotto Albertinelli, fido amico e compagno suo, a' preghi di Gerozzo Dini prese le robbe da fra' Bartolomeo, che cosí , lo chiamò il priore nel vestirgli l'abito, e l'opra dell'ossa di Santa Maria Nuova condusse a fine. Stavasi fra' Bartolomeo in convento non attendendo ad altro che a gli uffici divini et alle cose della regola, ancora che pregato molto dal priore e da gli amici suoi piú cari che e' facesse qualche cosa di pittura. Et era già passato il termine di quattro anni che egli non aveva voluto lavorar nulla, ma stretto poi da Bernardo del Bianco, amico suo e del priore, infine cominciò a olio nella badia di Fiorenza una tavola di San Bernardo che scrive, e nel vedere la Nostra Donna, portata col putto in braccio da molti angeli e putti da lui coloriti pulitamente, sta tanto contemplativo, che bene si conosce in lui un non so che di celeste che resplende in quella opera, a chi la considera attentamente, dove molta diligenza et amor pose, insieme con uno arco lavorato a fresco che vi è sopra.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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