Fece ancora alcuni quadri per Giovanni Cardinale de' Medici, e dipinse per Agnolo Doni un quadro di una Nostra Donna.
Venne in questo tempo Raffaello da Urbino pittore a imparare l'arte a Fiorenza et insegnò i termini buoni della prospettiva a fra' Bartolomeo; perché essendo Raffaello volonteroso di colorire nella maniera del frate, e piacendogli il maneggiare i colori e lo unir suo, con lui di continuo si stava. Fece in quel tempo una tavola con infinità di figure in San Marco di Fiorenza, oggi è appresso al Re di Francia che fu a lui donata, et in San Marco molti mesi si tenne a mostra. Poi ne dipinse un'altra in quel luogo, dove è posto infinito numero di figure, in cambio di quella che si mandò in Francia, nella quale sono alcuni fanciulli in aria che volano tenendo un padiglione aperto, con arte e con buon disegno e rilievo tanto grande, che paiono spiccarsi da la tavola e coloriti di colore di carne , mostrano quella bontà e quella bellezza, che ogni artefice valente cerca di dare alle cose sue, la quale opera ancora oggi per eccellentissima si tiene. Sono molte figure in essa intorno a una Nostra Donna tutte lodatissime, ma tra l'altre vi fece un S. Bartolomeo ritto, che merita lode grandissima insieme con due fanciulli che suonano uno il liuto e l'altro la lira, a l'un de' quali ha fatto raccorre una gamba e posarvi su lo strumento, le man poste alle corde in atto di diminuire, l'orecchio intento all'armonia e la testa volta in alto, con la bocca alquanto aperta, d'una maniera, che chi lo guarda non può discredersi di non avere a sentire ancor la voce.
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