Egli cominciò tale arte d'età d'anni XX, avendo prima dato opera al battiloro, et in tutto abbandonatolo. Dove prese tanto animo, vedendosi riuscir sí bene le cose sue, che imitando la maniera e l'andar del compagno, era da molti presa la mano di Mariotto per quella del frate. Perché intervenendo l'andata di Baccio nel farsi frate di S. Marco, Mariotto per il compagno perduto era quasi smarrito e fuor di se stesso. E sí strana gli parve questa novella, che disperato di cosa alcuna non si rallegrava. E se in quella parte Mariotto non avesse avuto a noia il commerzio de' frati, del quale di continuo diceva male, et era della parte che teneva contra la fazzione di frate Girolamo da Ferrara, arebbe l'amore di Baccio operato talmente, che a forza nel convento medesimo col suo compagno si sarebbe incapucciato egli ancora e sarebbesi fatto frate. Ma da Gerozzo Dini, che faceva fare nell'ossa il Giudicio, che Baccio aveva lasciato imperfetto, fu pregato che, avendo quella medesima maniera, gli volesse dar fine. Et inoltre perché v'era il cartone finito di mano di Baccio et altri disegni, e pregato ancora da fra' Bartolomeo, che aveva avuto a quel conto danari e si faceva coscienza di non avere osservato la promessa, Mariotto all'opra diede fine; dove con diligenza e con amore condusse il resto dell'opera, talmente che molti non lo sapendo, pensano che d'una sola mano ella sia lavorata. Per il che tal cosa gli diede grandissimo credito nell'arte. Lavorò alla Certosa di Fiorenza nel capitolo un Crocifisso con la Nostra Donna e la Maddalena appiè della Croce et alcuni angeli in aere, che ricolgono il sangue di Cristo, opera lavorata in fresco e con diligenza e con amor , assai ben condotta.
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