Il papa ciò udendo, gli rispose in collera: "Credi tu che non si trovino de' Giuliani da S. Gallo?" Et egli: Non mai di fede né di servitú pari alla sua, ma ch'egli ritroverebbe ben de i principi piú d'integrità nelle promesse che il papa. Cosí non gli volse dar licenzia, anzi gli disse che altra volta gliene parlasse.
Aveva allora condotto Bramante da Urbino Raffaello, che dipigneva le camere papali, le quali piacevano molto al papa; per il che seguitando la cappella di Sisto suo zio, volentieri arebbe fatto dipignere la volta di quella. E però sapendo Giuliano che Michelagnolo aveva finito a Bologna il papa di bronzo, ne parlò a Sua Santità, e la consigliò a chiamarlo a Roma et a dargli questo lavoro. Il che volentieri fece Papa Giulio. E cosí la volta della cappella fu allogata a Michele Agnolo. Poco dopo questo, ricercò Giuliano la licenzia per ritornarsi a Fiorenza, et il papa vedendolo in ciò deliberato, con buona grazia sua lo benedisse, et in una borsa di raso rosso gli donò , 500 scudi, dicendogli ch'e' andasse a riposarsi a casa, che in ogni suo evento gli sarebbe amorevole. Cosí Giuliano baciatogli il piede se ne tornò a Fiorenza. Era nel suo ritorno circundata Pisa dall'esercito fiorentino et assediata. Per il che Pier Soderini, dopo le accoglienze fatte a Giuliano, lo mandò in campo a i commessarii, i quali non potevano riparare che i Pisani non mettessero per Arno vettovaglie in Pisa. Onde consigliarono che si dovesse fare un ponte su le barche, acciò fossero impediti i navili, che non potessero passar.
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