Le quali quattro istorie sono tutte piene di senso e di affetto, e lavorate con disegno bonissimo e di colorito vago e graziato.
Ma finita oramai la volta, cioè il cielo di quella stanza, resta che noi raccontiamo quello che e' fece faccia per faccia appiè delle cose dette di sopra.
Nella facciata dunque di verso Belvedere, dove è il monte Parnaso e il fonte di Elicona, fece intorno a quel monte una selva ombrosissima di lauri, ne' quali si conosce per , la loro verdezza quasi il tremolare delle foglie per l'aure dolcissime e nella aria una infinità di amori ignudi con bellissime arie di viso, che colgono rami di lauro e ne fanno ghirlande, e quelle spargono e gettano per il monte. Nel quale pare che spiri veramente un fiato di divinità nella bellezza delle figure e da la nobiltà di quella pittura, la quale fa maravigliare chi intentissimamente la considera, come possa ingegno umano con l'imperfezzione di semplici colori ridurre con l'eccellenzia del disegno le cose di pittura a parere vive; come que' poeti che si veggono sparsi per il monte, chi ritti, chi a sedere e chi scrivendo, altri ragionando et altri cantando o favoleggiando insieme, a quattro, a sei, secondo che gli è parso di scompartirgli.
Sonvi ritratti di naturale tutti i piú famosi et antichi e moderni poeti che furono e che erano fino al suo tempo, i quali furono cavati parte da statue, parte da medaglie e molti da pitture vecchie et ancora di naturale mentre che erano vivi da lui medesimo.
E per cominciarmi da un capo, qui vi è Ovidio, Virgilio, Ennio, Tibullo, Catullo, Properzio et Omero, e tutte in un groppo le nove Muse et Apollo con tanta bellezza d'arie e divinità nelle figure, che grazia e vita spirano ne' fiati loro.
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