E certo che in tal magisterio mai non fu piú nessuno piú valente di disegno e d'opera che fra' Giovanni, come ne fa fede ancora in Verona sua patria una sagrestia di prospettive di legno bellissima in Santa Maria in Organo, il coro di Monte Oliveto di Chiusuri e quel di San Benedetto di Siena et ancora la sagrestia di Monte Oliveto di Napoli, e nel luogo medesimo nella cappella di Paolo da Tolosa il coro lavorato da lui; per il che meritò che dalla religion sua fosse stimato e con grandissimo onor tenuto, il quale morí in quella d'età d'anni LXVIII l'anno MDXXXVII.
E di costui come di persona veramente eccellente e rara ho qui voluto far menzione, parendomi che cosí meritasse la sua virtú. Ma per tornare a Rafaello, creb,bero le virtú sue di maniera ch'e' seguitò, per commissione del papa, la camera seconda verso la sala grande. Et egli, che nome grandissimo aveva acquistato, ritrasse in questo tempo Papa Giulio in un quadro a olio, tanto vivo e verace, che faceva temere il ritratto a vederlo, come se proprio egli fosse il vivo, la quale opera è oggi in Santa Maria del Popolo, con un quadro di Nostra Donna bellissimo, fatto medesimamente in questo tempo, dentrovi la Natività di Iesú Cristo, dove è la Vergine che con un velo cuopre il Figliuolo, il quale è di tanta bellezza che nella aria della testa e per tutte le membra dimostra essere vero figliuolo di Dio. E non manco di quello è bella la testa et il volto di essa Madonna, conoscendosi in lei oltra la somma bellezza, allegrezza e pietà. Èvvi un Giuseppo che, appoggiando ambe le mani ad una mazza, pensoso in contemplare il Re e la Regina del Cielo, sta con una ammirazione da vecchio santissimo.
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