La quale invenzione, avendola fatta Rafaello sopra la finestra, viene a esser quella facciata piú scura, avvenga che quando si guarda tal pittura ti dà il lume nel viso e contendono tanto bene insieme la luce viva con quella dipinta co' diversi lumi della notte, che ti par vedere il fumo della torcia, lo splendor dell'angelo con le scure tenebre della notte sí naturali e sí vere, che non diresti mai che ella fussi dipinta, avendo espresso tanto propriamente sí difficile imaginazione. Qui si scorgono nell'arme l'ombre, gli sbattimenti, i reflessi e le fumosità del calor de' lumi lavorati con ombra sí abbacinata, che invero si può dire che egli fosse il maestro de gli altri. E, per cosa che contrafaccia la notte piú simile di quante la pittura ne facesse già mai, questa è la piú divina e da tutti tenuta la piú rara.
Egli fece ancora, in una delle pareti nette, il culto divino e l'arca de gli Ebrei et il candelabro e Papa Giulio che caccia l'avarizia de la Chiesa, storia di bellezza e di bontà simile alla notte detta di sopra.
Nella quale istoria si veggono alcuni ritratti di palafrenieri, che vivevano allora, i quali in su la sedia portano Papa Giulio veramente vivissimo.
Al quale mentre che alcuni popoli e femmine fanno luogo perché e' passi, si vede , la furia d'uno armato a cavallo, il quale accompagnato da due appiè, con attitudine ferocissima, urta e perquote il superbissimo Eliodoro, che per comandamento di Antioco vuole spogliare il tempio di tutti i depositi de le vedove e de' pupilli, e già si vede lo sgombro delle robe et i tesori che andavano via, ma per la paura del nuovo accidente di Eliodoro abbattuto e percosso aspramente da i tre predetti che, per essere ciò visione, da lui solamente sono veduti e sentiti, si veggono traboccare e versare per terra, cadendo chi gli portava per un subito orrore e spavento che era nato in tutte le genti di Eliodoro.
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