Per il che dimandato se in Arezzo sarebbe venuto, con buona grazia del cardinale, a farvi alcune finestre, egli gliene promise et, avuto buona licenza da 'l cardinale, vi si condusse. E Stagio, che aveva divisa la amicizia con Domenico, prese in casa il priore, et egli fece la finestra di Santa Lucia nella cappella de gli Albergotti nel vescovado di Arezzo, dentrovi essa Santa e San Salvestro. La quale opera può veramente dirsi non essere vetri colorati e trasparenti, ma vivissime figure o pittura almanco veramente lodata e maravigliosa. Perché oltra al magisterio delle carni sono squagliati i vetri ci<ò> è levata in alcun luogo la prima pelle e colorita d'altro colore, come sarebbe a dire sul rosso una opera gialla e sullo azzurro, bianca e verde lavorata, cosa di quel mestiero difficile e miracolosa. Perché il tignerle poco o niente e che sia diafano o trasparente non è cosa di gran momento, ma essere poi cotti al fuoco e rimanere alle percosse dell'acqua e del tempo per non si consumar già mai, questo è fatica degna di lode e che ognun se ne maravigli. Certamente questo egregio spirito merita lode grandissima, per non essere chi in questa professione di disegno, d'invenzione, di colore , e di bontà abbia mai fatto tanto.
Fece poi l'occhio grande di detta chiesa dentrovi la Venuta dello Spirito Santo e cosí il Battesimo di Cristo, per San Giovanni, dove egli fece Cristo nel Giordano che aspetta San Giovanni, il quale ha preso una tazza d'acqua per battezzarlo, mentre che un vecchio nudo si scalza e certi angeli preparano la veste per Cristo, e sopra è il Padre, che manda lo Spirito Santo a 'l Figliuolo, sopra il battesimo in detto duomo.
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