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      Fece nel tempo di Leone, in Campidoglio di Roma per recitare una comedia, uno apparato et una prospettiva, nel qual lavoro si mostrò quanto di perfezzione e di grazia fosse nell'ingegno di Baldassarre dal cielo infuso; né mai si può pensare di vedere i palazzi, le case et i tempii nelle scene moderne, quanto di grandezza mostrasse nella piccolezza del sito dall'ingegno di sí gran prospettivo fatto, le stravaganti bizzarrie di andari in cornici e di vie, che con case parte vere e finite ingannavano gli occhi di tutti, dimostrandosi essere, non una piazza dipinta, ma vera; e quella sí di lumi e di abiti nelle figure de gli istrioni fece propri et al vero simili, che non le favole recitare parevano in comedia, ma una cosa vera e , viva, la quale allora intervenisse. Ordinò il disegno della casa de' Massimi in modo ovale girato, e quello con bella e con nuova maestria di fabbrica esequire fece; il quale non poté vedere finito, intervenendo la morte sua.
      Erano tali le virtú di questo artefice maraviglioso, che le sue fatiche molto giovarono altrui, ma a sé poco, perché avendo egli sempre avuto amicizie di papi, di grandissimi cardinali e di ricchissimi mercanti, non però alcun d'essi si mosse già mai a fargli beneficio, procedendo questo tanto da la modestia del timido e discreto animo suo, quanto da la ingratitudine e da la avarizia di coloro che di continuo si servirono di lui, i quali non gli diedero mai premio alcuno. Per il che in famiglia e già vecchio venuto, con tutta quella modestia ch'a un religioso conviene, sollecitò molto la chiesa, e già d'anni carico ammalò gravemente.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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