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      Lasciò Luca suo fratello, il quale lavorò in Genova con Perino suo cognato, et in molti altri luoghi di Italia, come in Lucca; e finalmente se ne andò in Inghilterra. Furono le opere di Gio Francesco circa il MDXXVIII. E lo epitaffio fatto al suo nome, dice cosí:
      OCCIDO SVRREPTVS PRIMAEVO FLORE IVVENTAE,
      CVM CLARA INGENII IAM DOCVMENTA DAREM.
      SI MEA VEL IVSTOS AETAS VENISSET AD ANNOS,
      PICTVRA AETERNVM NOTVS ET IPSE FOREM.
     
      Et un altro ancora:
     
      GIACE QVI GIOAN FRANCESCO IL GRAN FATTOREECCELLENTE PITTORE ORNATO E BELLO
      CHE VINSE I PARI A SÉ; E RAFFAELLOVINCEA: MA MORTE L'AMMAZZÒ IN SVL FIORE. ,
     
      ANDREA DEL SARTO
     
      Pittor Fiorentino
     
      Egli è pur da dolersi de la fortuna, quando nasce un buono ingegno e che e' sia di giudizio perfetto nella pittura e si facci conoscere in quella eccellente, con opere degne di lode, vedendolo poi per il contrario abbassarsi ne' modi della vita, e non potere temperare con mezzo nessuno il male uso de' suoi costumi. Certamente che coloro che lo amano, si muovono a una compassione, che si affliggono e dolgono vedendolo perseverare in quella, e molto piú quando si conosce che e' non teme, e' non li giova le punte de gli sproni che recano chi è elevato d'ingegno a stimare l'onore da la vergogna. Atteso che chi non istima la virtú, con la nobiltà de' costumi e con lo splendore di una vita onesta et onorata non la riveste, nascendo bassamente aombra d'una macchia l'eccellenzia delle sue fatiche, che si discerne malamente da li altri. Per il che coloro i quali seguitano la virtú, doverriano stimare il grado in che si trovano, odiare le vergogne e farsi onorare il piú che possono del continuo, che cosí come per l'eccellenzia delle opere che si fanno, si resiste a ogni fatica, perché non vi si vegga difetto; il simile arebbe a intervenire ne l'ordine della vita, lasciando non men buona fama di quella, che si facci d'ogni altra virtú. Perché non è dubio che coloro che trascurano sé e le cose loro, danno occasione di troncare le vie alla fama e buona fortuna, precipitandosi per satisfare a , un desiderio d'un suo appettito che presto rincresce, onde ne seguita che si scaccia il prossimo suo da sé, e che col tempo si viene in fastidio al mondo, di maniera che in cambio della lode che si spera, il tutto in danno et in biasimo si converte.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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