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      Laonde si conosce che coloro che si dolgono, che non sono né in tutto né in parte rimunerati dalla fortuna e da gli uomini, dando la colpa ch'ella è nemica della virtú, se vogliono sanamente riconoscere se medesmi, e si venga a merito per merito, si troverrà che e' non l'aranno conseguito piú per proprio difetto o mala natura loro, che per colpa di quelli. Perché e' non è che non si vegga se non sempre almeno qualche volta che siano remunerati, e le occasioni del servirsi di loro. Ma il male è quello de gli uomini, i quali, accecati ne' desideri stessi, non voglion conoscere il tempo, quando l'occasione si presenta loro, che se eglino la seguitassino e ne facessin capitale, quando ella viene, non incorrerebbono ne' desordini, che spesso piú per colpa di loro stessi che per altra cagione si veggono, chiamandosi da lor medesimi sfortunati. Come fu nella vita piú che ne l'arte lo eccellentissimo pittore Andrea del Sarto fiorentino, il quale obligatissimo alla natura per uno ingegno raro nella pittura, se avesse atteso a una vita piú civile et onorata e non trascurato sé et i suoi prossimi, per lo appettito d'una sua donna che lo tenne sempre e povero e basso, sarebbe stato del continuo in Francia, dove egli fu chiamato da quel re che adorava l'opere sue e stiamavalo assai, e lo arebbe rimunerato grandemente. Dove per satisfare al desiderio de l'appetito di lei e di lui, tornò e visse sempre bassamente. E non fu delle fatiche sue mai se non poveramente sovenuto, e da lei, ch'altro di ben non vedeva, nella fine vicino alla mor,te fu abandonato.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





Andrea Sarto Francia