Laonde, saputosi per Fiorenza questa nuova, fece travolgere l'amore che gli era portato in odio da i suoi amici, parendogli che con la tinta di quella macchia avessi oscurato per un tempo la gloria e l'onore di cosí chiara virtú. E non solo questa cosa fu cagione di travagliar l'animo d'altri suoi domestici, ma in poco tempo ancor la pace di lui che, divenutone geloso e capitato a mani di persona sagace atta a rivenderlo mille volte e fargli supportare ogni cosa, che datoli il tossico delle amorose lusinghe, egli né piú qua né piú là faceva ch'essa voleva. Et abandonato del tutto que' miseri e poveri vecchi, tolse ad aiutare le sorelle et il padre di lei in cambio di quegli. Onde chi sapeva tal cose per la compassione si doleva di loro et accusava la semplicità di Andrea essere con tanta virtú ridotta in una trascurata e scelerata stoltizia; e tanto quanto da gli amici prima era cerco, tanto per il contrario era da tutti fuggito. E nonostante che i garzoni suoi indovinassono per imparar qualcosa nello star seco, non fu nessuno, o grande o piccolo, che da essa con cattive parole o con fatti nel tempo che vi stesse non fussi dispettosamente percosso; del che ancora ch'egli vivessi in questo tormento gli pareva un sommo piacere. Era in questo tempo Governatore delle monache di San Francesco di via Pentolini, un frate di Santa Croce dell'ordine minore, il quale si dilettava molto della pittura, e quelle monache avevan di bisogno per la loro chiesa d'una tavola; per il che il frate conoscente di Andrea con non molti preghi ottenne che ella li fu da lui promessa, et ancora convenne per un prezzo molto piccolo; nascendo questo piú dal poco chiedere di Andrea, che da l'animo che avessi il frate di voler poco spendere.
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