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      Né si poté per sollecitudine ch'egli usassi loro e per quanti danari egli pagassi, ancora che fusse di mestiero ricordare loro ch'e' venissin per essi, far sí che quella opera venissi al fine. Per il che Andrea con ogni diligenzia finí solamente in una facciata una istoria, dentrovi quando a Cesare son presentati i tributi di tutti gli animali. Nella quale desideroso di passare il Francia et Iacopo, si misse a fatiche non piú da lui usate, tirandoci una prospettiva magnifica et un ordine di scalee molto difficile, dove si perviene salendo per quelle a la sieda dov'era Cesare. Né mancò adornarla di statue, oltra il farvi varietà di figure che portano addosso varii animali, come una figura indiana che ha una casacca gialla indosso, che porta in su le spalle una gabbia tirata in prospettiva, dentrovi e fuori pappagalli, ch'è cosa rarissima; oltra che vi sono alcuni che guidano capre indiane, leoni, giraffe, leonze, lupi cervieri, scimie e mori et altre belle fantasie, accomodate con un'arte molto perfetta e colorite in fresco divinissimamente. Senza che v'è una grazia et una leggiadria nella maniera di tutta l'opera da stupirne veramente. Et inoltre figurò a sedere in su quelle scalee un nano che tiene in una scatola il camaleonte, che non si può imaginare nella disformità della stranissima forma sua, la bella proporzione che gli diede. La qual opera rimase imperfetta, venendo la morte di Papa Leone. E se bene il Duca Alessandro de' Medici mentre viveva desiderava che Iacopo da Puntormo la finisse, non poté far mai tanto, che egli vi potessi por mano, che nel vero ricevé un torto grandissimo a restare imperfetta quella opera, sendo per cosa di , villa la piú bella sala del mondo.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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