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      Per che a ognuno che lo conobbe, dolse la morte di lui, aspettandosi che , sí come egli aveva vinto i suoi compatrioti, cosí ancora avesse a superare ogni altro artefice del mondo. E tanto piú fu da dolere la morte di Girolamo, quanto egli era piú di modestia, d'umanità, di gentilezza e d'ingegno, con istraordinario influsso dal cielo e dalla natura dotato. I quali ornamenti poterono tanto in lui, che coloro che di lui ragionano, con tale affetto lo porgono, che sempre di lingua in lingua sarà con le poche sue opere che si veggono e con tali affetti ricordato, che e' potrà morto tenersi beatissimo come vivo fu stimato singulare. Le ultime sue sculture furono fatte l'anno MDXXXVII insieme con la morte di lui, che fu in Napoli con onoratissime essequie sepolto. E col tempo fu per lui fatto questo epitaffio:
     
      L'EMPIA MORTE SCHERNITADA 'L SANTA CROCE IN LE SVE STATVE ETERNE
      PER NON FARLE PIV` ETERNETOLSE IN VN PVNTO A LORO E LVI LA VITA. ,
     
      DOSSO E BATISTA
     
      Ferraresi Pittori
     
      Benché il cielo desse forma pittura nelle linee e la facesse conoscere per poesia muta, non restò egli però per tempo alcuno di congiugnere insieme la pittura e la poesia. Acciò che se l'una stesse muta, l'altra ragionasse, et il pennello con l'artifizio e co' gesti maravigliosi mostrasse quello che gli dettasse la penna e formasse nella pittura le invenzioni che se le convengono. E per questo insieme col dono che a Ferrara fecero i fati de la Natività del divino M Lodovico Ariosto, accompagnando la penna al pennello, volsero che e' nascesse ancora il Dosso pittore ferrarese; il quale, se bene non fu sí raro tra i pittori come lo Ariosto tra' poeti, fece pure molte cose nella arte, che da molti sono celebrate, et in Ferrara massimamente.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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