Andò in Vinegia, dove prima qualche operetta aveva fatta, come a San Geremia sul Canal Grande una facciata e nella Madonna dello Orto una tavola a olio, nella quale sono molte figure; ma particularmente in un San Gio Batista si sforzò di mostrare quanto valesse. Fece ancora su 'l Canale Grande alla casa di certi gentiluomini molte storie a fresco, dove si vede un Curzio a cavallo in iscorto, che pare tutto tondo e di rilievo, similmente un Mercurio in aria, che vola, oltre all'altre ingegnose e belle particularità, che gira per ogni lato. La quale opera fu di tanto grido e di tanta fama in quella città, che tirò a sé gli animi di tutta Vinegia, lodandolo e magnificandolo sopra ogni altro pittore che in quella mai lavorasse. Onde per tal cagione da i soprastanti di San Rocco gli fu data a dipignere a fresco la cappella di quella chiesa, con tutta la tribuna. E nel vero che di fierezza, di pratica, di vivacità e , di terribilità, non ho mai visto meglio che le cose da lui dipinte, né fu mai chi nel muro con tanta prestezza lavorasse. Fece in questa opera uno Dio Padre nella tribuna, et una infinità di fanciulli, che da esso si partono, con molte belle e variate attitudini. Per il che gli fu fatto dipignere il tabernacolo di legno, dove si conservano le argenterie; nel quale fece un San Martino a cavallo con molti poveri che porgono voti sotto una prospettiva, che n'acquistò grandissime lode et accrebbe maggior nome al grado che prima teneva. Onde tal cosa fu cagione che M Iacopo Soranzo gli divenisse amico e protettore; onde a concorrenza di Tiziano gli allogarono la sala de' Pregati, nella quale fece molti quadri di figure che scortano al di sotto in su, che bellissime sono tenute, e similmente un fregio di mostri marini lavorati a olio intorno a detta sala, che a quello Illustrissimo Senato lo renderono molto caro; e perciò mentre che visse dalla liberalità loro gli fu data onorata provisione.
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