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      Fece ancora a Giovanni Serristori una tavola della Concezzione di Nostra Donna, quando Agostino, Ambruogio e Bernardo disputano de 'l peccato originale sopra il corpo del morto Adamo, dove figurò angeli e , fanciulli, con infiniti motti a proposito di quella; la quale imperfetta rimase nella morte di Giovanni, et egli all'ultimo della sua vita la finí e la consegnò a M Alamanno Salviati, erede delle cose di Giovanni. Pose in essa bellissime fatiche e massimamente in alcune teste di vecchi, le quali non potrebbono star meglio.
      Fece Giovanni Antonio molte altre cose, le quali andorono in Francia et in diversi paesi, e non accade farne menzione, essendosi ragionato de le principali opere sue. Fu persona che viveva con religione e, di continuo a' fatti suoi badando, non diede mai né noia né impaccio a veruno. Perché egli stanco dell'arte e mal complessionato, né molto desideroso di far troppo, aveva per ascendente la tardità nell'operare. Era scrupolosissimo in ogni cosa, e se avesse voluto lavorare quanto gli sarebbe stato dato, grandissime ricchezze avrebbe lasciato. Perché la maniera sua molto piacque allo universale, faccendo egli arie pietose e devote, secondo l'uso de gli ipocriti. Era già venuto alla età di LII anni, né poteva sentir ragionare di cavare una pietra che aveva, generata nella vesica, che ne sentiva grandissimo dolore e si veniva meno. Per il che questo male lo strinse sí forte che, non potendo piú reggere a tanto intrinseco tormento, rese l'anima a Dio l'anno MDXLIIII. ,


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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