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      Ma chi può mai sperare da la invidiosa fortuna a chi tocchi pure tanta grazia, che col nome e con l'opere sia condotto già immortale, se, quando piú si speri che i guiderdoni delle fatiche siano remunerati, ella come pentita del bene a te fatto, contra la vita di te congiura e ti dà la morte? E non solo si contenta ch'ella sia ordinaria e comune, ma acerbissima e violenta, faccendo nascer casi sí terribili e sí mostruosi, che la istessa pietà se ne fugge, la virtú s'ingiuria et i benefici ricevuti in ingratitudine si convertono. Per la qual cosa tanto si può lodare la pittura d la ventura nella virtuosa vita di Polidoro, quanto dolersi de la fortuna mutata in cattiva remunerazione nella dolorosa morte , di quello. E veramente la inclinazione della natura in tale arte per lui avuta fu sí propria e divina, che sicuramente si può dire che e' nascesse cosí pittore, come Virgilio nacque poeta e come veggiamo alle volte nascere certi ingegni maravigliosi.
      Era Polidoro da Caravaggio di Lombardia venuto a Roma ne' tempi di Leon X e, mentre che le logge si fabbricavano nel palazzo per ordine di Raffaello da Urbino, egli portava lo schifo pien di calce a' maestri che muravano, e fino che fu di XVIII anni fece sempre quello esercizio. Ma cominciando Giovanni da Udine a dipignerle, e murandosi e dipignendosi, la volontà e la inclinazione di Polidoro molto volta alla pittura, non restò di far sí ch'egli prese dimestichezza con tutti quei giovani che erano valenti, per vedere i tratti et i modi dell'arte, e si mise a disegnar.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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