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      Fece ancora nella chiesa di San Gallo una tavola, la quale è oggi in San Iacopo fra' Fossi alla cappella de' Girolami. E perché egli era di patrimonio ereditario comodamente agiato, lavorava con suo grandissimo agio. Fece Michele Agnolo per lo interesso della nipote, che aveva fatta monaca in Santa Apollonia, lo ornamento e 'l disegno della tavola dello altar maggiore; e quivi poi il Granaccio dipinse storiette e figure a olio, le quali molto a quelle monache satisfecero et a' pittori ancora. Oltre a ciò fece loro, ad uno altro altare da basso, una tavola con Cristo e la Nostra Donna et un Dio Padre, , la quale per un caso di fuoco abbruciò insieme co' paramenti di molto valore. E certamente ne fu gran danno, per esser cosa molto lodata da' nostri artefici. Alle monache di San Giorgio fece la tavola dello altar maggiore, e per le case de' cittadini una infinità di opere, che non accade che io le racconti. Lavorò piú tosto per gentilezza che per bisogno, essendo persona che si contentava conservare il suo, senza esser cupido di quello d'altrui. E perché e' si dette pochi pensieri, visse fino in LXVII anni, et in quegli con una malattia ordinaria di febbre, finí il corso della sua vita, e nella chiesa di Santo Ambruogio di Firenze, fu sepellito il giorno di Santo Andrea Apostolo, del MDXLIIII. Et ha avuto questo epitaffio:
     
      ONORATA PER ME L'ARTE FV MOLTOET IO PER LEI CON FAMA SEMPRE VIVO,
      CHE SE BEN DEL MIO CORPO RESTAI PRIVOLA LODE ET IL NOME NON FIA MAI SEPOLTO. ,
     
      BACCIO D'AGNOLO


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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