Acquistò Valerio premii dell'opere sue grandissimi, ebbe beneficii et ufici da que' principi ch'e' serví, onde potranno quei che restano di lui, mercé d'esso, mantenere onorato grado. E non potendo egli piú, per li fastidi che porta seco la vecchiezza, attendere all'arte, né vivere, rese l'anima a Dio l'anno MDXLVI. E riportonne questa memoria:
SI SPECTAS A ME DIVINE PLVRIMA SCVLPTA,
ME CERTE ANTIQVIS AEQVIPARARE POTES.
Lasciò dopo sé molti lodati artefici vivi, i quali l'hanno di gran lunga avanzato, come si vede nell'opere di Luigi Anichini ferrarese, il quale di sottigliezza d'intaglio e di acutezza di fine ha le sue cose fatto apparire mirabili. Ma molto piú ha l'uno e l'altro passato di disegno, di grazia e di bontà, per essere universale Alessandro Cesati cognominato il Greco, , il quale ne' cammei e nelle ruote ha fatto intagli di cavo e di rilievo con somma grazia e divinità, e ne' coni d'acciaio, lavorati in cavo e coi bulini, ha condotto le minutezze di tale arte con tanta estrema diligenza, che il valor d'esso non può meno di lode accompagnarsi, ch'egli di grazia e di gentilezza accompagnato si sia. E chi vuole finire di stupire ne' miracoli suoi, miri una medaglia fatta a Papa Paulo III, la quale di bontà e di similitudine è perfettissima, come ancora il maraviglioso rovescio di quella vedrà condotto. La quale da Michele Agnolo, presente me, veduta, fu detto essere venuto l'ora della morte nell'arte, non pensando poter veder meglio. Ha seguito nel contrafar delle medaglie di prontezza infinitamente Leone Aretino, orefice et intagliator celebrato, il quale, nel continuar l'arte, se gli anni della vita arrivano al corso dove debbono arrivare, farà vedere di sé miracolose et onorate opere, sí come delle belle e lodate abbiamo fino al presente vedute.
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