Sono ancora necessarie per le povere genti, le quali, in quelle lavorando, si guadagnano il viver loro, senza che gli squadratori, gli scarpellini, i muratori et i legnaiuoli operando sotto nome d'un solo, fanno che si dà fama a infiniti. Laonde, concorrendo gli artefici per gara della professione, diventano rari ne gli esercizii e tali eterni per fama, che, come un lucentissimo sole posto sopra la terra, circondano il mondo ornatissimo e pieno di bellezza. Perché la gran madre nostra, del seme de' suoi geni,tori con l'opere di loro stessi, fanno diventare di rustica, pulita, e di rozza, leggiadra e colta, e con le virtú di lei medesima infinitamente crescere de grado. Laonde il cielo, che gli intelletti forma nel nascere, veggendo quegli sí belle fabbriche cavarsi della fantasia, gioisce nel vedere esprimere i concetti delle menti divine et i grandissimi intelletti de gli uomini. E nel vero, quando tali ingegni vengono al mondo, e tali e tanti benefici gli fanno, ha grandissimo torto la crudeltà della morte a impedirli il corso della vita. Ancora che non potrà ella però già mai con ogni sua invidia troncare la gloria e la fama di quegli eccellenti, consecrati alla eternità; la onorata memoria de' quali (mercé degli scrittori) si andrà continuamente perpetuando di lingua in lingua, a dispetto della morte e del tempo; come le stesse fabbriche e scritti del chiarissimo Antonio da San Gallo. Il quale nella architettura fu tanto illustre e mirabile et in ogni sua opera considerato sí, che per le sue fatiche merita non minor fama di qualsivoglia architetto antico o moderno, considerando quanto di valore e di grandissimo animo fosse.
| |
Antonio San Gallo
|